23a Adunata nazionale degli Alpini: Bolzano 1-3 ottobre 1949
La guerra era finita da soli 4 anni ed in tutta la penisola evidentissimi erano i danni della bufera che aveva colpito tutto il mondo. Anche Bolzano mostrava un po’ dappertutto i segni dei bombardamenti, a cui era stata sottoposta per oltre un anno e mezzo, ed i suoi abitanti erano presi dalla risoluzione degli innumerevoli problemi quotidiani. Malgrado questo 40.000 "penne nere" confluirono a Bolzano per la 23a Adunata Nazionale, la seconda Adunata organizzata dalla fine del Secondo Conflitto Mondiale. Tradotte e torpedoni scaricarono nel capoluogo altoatesino "penne nere" provenienti da tutte le parti d’Italia. Numerosi furono i gruppi provenienti da Trieste, L’Aquila, Latina, Roma, Firenze, Ancona, Genova, Torino. Qualcuno arrivò dal Friuli persino in bicicletta, dopo vari giorni di viaggio, con valigia e fisarmonica al seguito.
Si presentarono alpini della Grande Guerra (1915-1918), della guerra d’Africa ed i reduci delle Divisioni alpine impiegate durante la Seconda Guerra Mondiale: "Taurinense", "Tridentina", "Julia", "Cuneense", "Pusteria", "Alpi Graie".
Per la Sezione A.N.A. altoatesina l’afflusso massiccio di ospiti creò non pochi problemi. Ma questi erano stati in gran parte previsti dal direttivo della Sezione A.N.A. Alto Adige.
Furono allestite mense collettive, vari comandi tappa, centri di smistamento e di informazione. Caserme ed edifici pubblici furono attrezzati per ricevere la massa dei partecipanti mentre i più fortunati trovarono posto in albergo o in pensioni della città o nel circondario. Furono stampati 10 mila manifesti colorati che riproducevano "il felice tema delle aquile che dirigevano il volo verso nord con sullo sfondo lo Sciliar ed il Catinaccio".
L’Adunata fu articolata in tre giornate e coinvolse anche Trento, Merano e Brunico.
La sfilata: ebbe inizio domenica 2 ottobre, alle ore 09:15 con l’adunata generale dei convenuti in piazza Walther. Alle 09:45 Santa Messa al campo, celebrata dall’Ordinario Militare Rev. Mons. Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone coadiuvato da 14 cappellani ed un frate, tutti con il cappello alpino. Il rito fu accompagnato dal coro di Bolzano e dalla banda dei carabinieri che all’elevazione suonò in sordina l’Inno del Piave.
Seguirono poi i discorsi ufficiali del Presidente della Sezione A.N.A. Alto Adige Nino Genesio Barello e quello del Vice Presidente dell’Associazione Nazionale Alpini.
L’Ordinario militare benedì quindi 6 trombe d’argento offerte dalla Sezione A.N.A. Alto Adige alle compagnie del Battaglione alpini "Bolzano". Si formò quindi il corteo, aperto dalla banda dei carabinieri, dalle corone e dalle autorità, che da piazza Walther, attraverso via Parrocchia, piazza Domenicani, via Ospedale, via Carducci, ponte Druso e viale Venezia raggiunse il Monumento alla Vittoria. Qui vennero deposte le due corone d’alloro alla presenza delle autorità e del Battaglione Alpini "Bolzano" schierati. Seguirono le varie sezioni che passando davanti al monumento rendevano omaggio ai Caduti. Tra grida, applausi scroscianti ed innumerevoli "evviva" sfilarono "veci" e "bocia" mentre il sole faceva capolino tra le nuvole. I partecipanti alla sfilata proseguirono poi per Corso Libertà, Corso Italia, via Roma, via Torino ed in piazza Matteotti ebbe termine il corteo.
Le autorità si trasferirono prima in Municipio, dove furono accolte dall’allora Sindaco Lino Ziller, e successivamente all’Hotel Laurin per la colazione d’onore offerta dalla città di Bolzano.
Dopo il pranzo il Sindaco Ziller tenne un brevissimo discorso di saluto ai presenti. Non mancarono però i canti tra gli alpini che felici rientravano a casa dopo aver trascorso una grande Adunata.